Galileo e le stelle doppie

Alcor e Mizar in Orsa Maggiore
Alcor e Mizar in Orsa Maggiore

Spulciando la corrispondenza galileana, ci si imbatte sempre in qualche particolare capace di suscitare interesse: oltre alle annotazioni pervase dallo stupore di chi sa di osservare per la prima volta al mondo ciò che sta guardando al telescopio, è bello scoprire che accanto alla Luna e ai pianeti, ci sono altri oggetti celesti, spesso poco considerati, che nascondono dietro di essi una storia che li vedeva veri protagonisti della rivoluzione copernicana.

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Galileo e le dimensioni dell’Universo

Ammasso di galassie Abelll 2744: Ammaso di Pandora. Hubble Space Telescope
Ammasso di galassie Abell 2744: Ammaso di Pandora. Hubble Space Telescope

La scoperta di pianeti extrasolari, spesso definiti fratelli e cugini della Terra per alcune caratteristiche fisiche e chimiche che presentano, riporta alla mente di tutti la consapevolezza di quanto sarebbe straordinaria la scoperta di un altra vita intelligente nello Spazio!

Ma quando poi si viene a conoscenza della distanza che ci separa da questi nuovi mondi, bastano un po’ di conti per capire che sarebbe praticamente impossibile, non solo raggiungerli, ma anche comunicare con essi  in tempi “umani”, perchè lo Spazio in cui siamo immersi, pur se finito, è così vasto da poter essere definito “quasi” praticamente vuoto.

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Galileo e la vita sulla Luna

Disegno della Luna nel Sidereus Nuncius
Disegno della Luna nel Sidereus Nuncius

In un contesto come quello di Galileo, dove lo spazio oltre la Terra, considerato perfetto e divino, apparteneva totalmente al mondo della religione, la scoperta della montuosità della Luna e l’affermazione del suo essere come la Terra, comportavano una serie di conseguenze che ovviamente andavano ben oltre il campo scientifico.

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Galileo e la metà del cielo.

La metà del cielo
La metà del cielo

Non è sicuramente un fatto comune notare che l’Occhio del Toro, cioè Aldebaran, la stella più luminosa di questa costellazione e il Cuore dello Scorpione, Antares, tramontano e sorgono quasi in modo contemporaneo, cosicchè, quando la prima sta per andare sotto l’orizzonte, l’altra comincia a splendere quasi esattamente dall’altra parte del cielo.

Eppure questa semplice coincidenza, notata già 2000 anni fa da Tolomeo, era considerata una concreta dimostrazione del fatto che la Terra dovesse occupare esattamente il centro dell’intero Universo!

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Galileo e il fantasma di Giove

Autografo di Galileo

Il mattino del 15 Agosto del 2012, in occasione del più o meno raro transito contemporaneo delle ombre di Io ed Europa su Giove, rimasi fortemente sorpreso dall’essere riuscito ad osservare il fenomeno nei suoi dettagli  fino a quando il Sole, alto 20° sull’orizzonte, avendo superato i palazzi vicini, stava ormai illuminando anche me.

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Galileo e l’imperfezione del cielo stellato

Xilografia di Camille Flammarion
Xilografia di Camille Flammarion

La “rivoluzione” del cielo aristotelico è operata in modo grandioso da Galileo Galileo, non solo attraverso le sue inequivocabili scoperte, ma soprattutto grazie alla consapevolezza che aveva di ciò che “vedeva”.

L’idea della perfezione del cielo antico, cozzava apertamente con l’apparente imperfezione di una sfera celeste, dove le stelle, pur se disposte tutte alla stessa distanza dalla Terra, circa la loro luminosità non seguono nessun reale ordine.

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Galileo e l’infinito stupore

Infinito stupore

Osservare il cielo è sempre come la prima volta! Parola di Galileo Galilei!

“Supplico per tanto V. S. Ill.ma a scusarmi et perdonarmi se forse più del conveniente la molesto; et se non gli mando adesso un occhiale, non se ne maravigli, perché ne ho a pena tanti per il bisogno detto di sopra, et l`indugio sarà compensato con tanto maggiore eccellenza, perché gliene darò uno quale ancora non se ne son fatti di tali: et alla mia venuta costà questo Giugno porterò al G. D. in questa materia cose di infinito stupore“.

Galileo a BELISARIO VINTA, 19 Marzo 1610

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