L’Albero delle Stelle è una semplice ma accurata raccolta di tutte quelle stelle che per la loro intensa colorazione, rivelano con infinito stupore, quanto il cielo sappia essere colorato.

Considerando infatti che i colori delle stelle, nelle loro infinite sfumature di giallo, arancione e rosso, oltre ai frutti, ai fiori e alle pietre preziose ricordano prevalentemente le classiche tonalità delle foglie autunnali, mi è piaciuto leggere metaforicamente la loro osservazione nella volta celeste come un mettersi alla ricerca di tante foglie autunnali colorate.

Ecco perché una volta ritrovate e selezionate tutte quelle più luminose e colorate, non potevano che formare L’Albero delle stelle, l’elenco delle stelle più belle del cielo.

Chi pensa che l’osservazione visuale del cielo sia in bianco e nero e quindi cromaticamente poco appetibile, con questo piccolo “astuccio di stelle” non potrà far altro che cambiare idea:
dopo il GIALLO e l’AZZURRO percepibile nella maggior parte delle coppie colorate e l’ARANCIONE e il ROSSO riconoscibile in un mucchietto di variabili al carbonio, oltre al fatto che questi quattro colori si alternano tra le coppie colorate secondo le loro infinite sfumature ed in quasi tutte le combinazioni possibili, dovrà fare i conti con un’altra manciata di coppie dai colori davvero inaspettati!

Seppure già ad occhio nudo siano visibili le sfumature di alcune decine di stelle, l’esperienza più evidente che si possa fare dei colori stellari riguarda proprio questi astri deboli e spesso visibili solo al telescopio: mentre infatti il colore delle stelle luminose – come quelle delle COSTELLAZIONI a COLORI – è quasi sempre ossevabile “uno per volta”, al telescopio ci sono tante coppie e tripletti stellari in cui è possibile ammirare differenti sfumature cromatiche contemporaneamente nello stesso campo dell’oculare!
La raccolta, che notte dopo notte continua a crescere, conta finora circa
- 450 coppie di stelle – binarie o prospettiche –
- e poche decine di variabili al carbonio,
quasi tutte visibili attraverso un telescopio e poche altre già attraverso un binocolo.
La loro descrizione completa è ancora solamente nei miei appunti;
- qui però puoi trovare l’elenco di quelle di cui ho parlato finora in questo blog;
- qui invece i 100 astri più belli dell’intero Albero; e
- qui l’aggiornamento sulla stella più ROSSA del cielo.

Un’originale tecnica di ripresa: il telescopio scosso
A causa della tritanopia da piccolo campo, definita come l’incapacità dell’occhio umano di percepire il colore di un oggetto puntiforme, neppure attraverso un grande telescopio è visibile il colore di tutte le stelle presenti nell’oculare: seppure infatti aumenta il numero delle stelle dalle sfumature visibili, proprio come accade ad occhio nudo, sono ancora tantissime quelle che restano “prive di colore”. In molti casi, non è neppure immediato riuscire a distinguere con precisione le pallide sfumature che le contraddistinguono.
E così, fin dal XIX secolo, al fine di aggirare l’ostacolo, gli osservatori del cielo suggerivano la semplice tecnica di mettere la stella fuori fuoco, cioé di spalmare la sua luce su una superficie maggiore cosicché i colori che la caratterizzano diventino immediatamente più percepibili.
Trasportando allora questa tecnica “visuale” in ambito “astrofotografico”, mi sto divertendo ad immortalare le sfumature degli astri in questi due differenti modi:
- SFOCANDO le stelle visibili ad occhio nudo, come nelle Costellazioni a colori;
- e SCUOTENDO quelle deboli al telescopio, come in questi Ghirigori stellari.

Per gli astri dell’Albero delle Stelle, essendo molto deboli, la tecnica della sfocatura si rivela più una dispersione di luce che una maggiore manifestazione del loro colore; per cui, nel loro caso, la tecnica del telescopio-scosso è decisamente più adeguata e nello stesso tempo anche più originale ed artistica.
I GHIRIGORI
Già nel 2015 mi ero accorto delle potenzialità di questa tecnica, ma è solo dopo la lettura delle parole di Filippo Zamboni e degli infiniti modi con cui egli definiva il risultato del suo “binocolo-scosso” che ho avuto il “coraggio” di pubblicare foto come queste.
«Le stelle aprendo ali di colori, […] fanno un mulinello variopinto, un gioco sorprendente, […] come uno spettro senza prisma; cinture di Venere […] serpeggiamenti, nodi e orbite di luce […], spirali che anelano di ritornare stelle».

Con Filippo Zamboni la sistematica ripresa di questi astri si riveste di poesia, diventa un motivo per parlare di letteratura, un seducente invito alla spettroscopia ed un originale modo per contemplare il cielo nelle infinite sfumature delle stelle che lo abitano.
Dopo molti ripensamenti, idee e giochi di parole, il nome che ho scelto per definire queste stelle danzanti, è quello di Ghirigori: oltre ad essere infatti la prima cosa che ricordano, il termine sa bene suggerire la leggerezza della loro contemplazione e l’aspetto ludico della loro ripresa.
Sulle orme di Zamboni ho così deciso di fotografare TUTTO l’Albero delle Stelle sottofforma di Ghirigori colorati,

costruendo inizialmente mosaici con 25 o 26 oggetti, costellazione per costellazione, e successivamente, una volta raggiunto i primi 100 scatti, pubblicandoli sottoforma di un vero e proprio CATALOGO numerato, in cui Albireo, la stella doppia colorata più famosa del cielo, ne rappresenta il numero UNO.




Le immagini sono tutti singoli scatti da 1s circa ripresi a vari ingrandimenti in base al tipo di oggetto ripreso. Fatti con uno Huawei p30 pro al Dobson Stargate da 18″.
TRAGUARDI E RICONOSCIMENTI

- Il primo mosaico che ho costruito riguardava i Ghirigori delle stelle più luminose del cielo. È stato condiviso sulla homepage di Spaceweather;
- Quello dei GHIRIGORI del CEFEO – primo vero mosaico degli astri dell’Albero delle Stelle – è stato pubblicato sulle pagine di Coelum Astronomia del febbraio 2023, con un articolo interamente dedicato al progetto.
- Il secondo mosaico di Ghirigori che conta i 25 angoli più colorati delle costellazioni del Boote, dell’Ofiuco, della Corona Boreale e della Chioma di Berenice, è stato invece selezionato come Astronomy Picture of the Day – APOD – il 12 agosto 2023, così da sigillare in qualche modo l’intero progetto.

- Nell’ottobre 2023 ben 95 Ghirigori, tra cui quelli del terzo mosaico, sono stati proiettati sulla cupola del Planetario di Roma per festeggiare i suoi 95 anni di età.
- Nel giugno 2024 con 25 nuovi Ghirigori del Cigno, il progetto ha raggiunto il suo primo grande traguardo di 100 Ghirigori e la forma di un catalogo numerato.


L’Albero delle stelle su Nuovo Orione
Nel 2017 L’Albero delle stelle è stato in parte pubblicato sulla rivista di astronomia Nuovo Orione, con una rubrica stagionale dedicata ai colori nel cielo:


I colori nel cielo invernale – Gennaio 2017
I colori nel cielo primaverile – Aprile 2017
I colori nel cielo estivo – Luglio 2017
I colori nel cielo autunnale – Novembre 2017
Nello stesso anno è diventato anche un vero e proprio ATLANTE STELLARE!!!

Nel 2019 sulla stessa rivista ho curato un secondo ciclo stagionale dedicato ad astri del tutto NUOVI rispetto a quelli trattati nel ciclo precedente, con cui però sarà sempre interessante confrontare le sfumature colorate!!!
I colori nel cielo Invernale – Gennaio 2019
I colori nel cielo Primaverile – Aprile 2019
I colori nel cielo Estivo – Agosto 2019
I colori nel cielo Autunale – su COSMO – Dicembre 2019
Articoli acquistabili sul sito della rivista e dall’App Cosmo!
Alcuni consigli utili
Prima di precipitarsi sotto il cielo per osservare questi bellissimi astri colorati, bisogna prendere coscienza del fatto che i colori che si vanno ad osservare non sono esattamente come ce li aspettiamo: essi sono infatti fortemente PALLIDI e OPACHI, potremmo dire QUASI-BIANCHI in quanto non sono altro che una piccola percentuale di colore mescolata ad una grande quantità di bianco. Ciò vale soprattutto per le stelle azzurre e per quelle gialline, mentre per quelle arancioni e rossicce, soprattutto nelle variabili al carbonio la percezione del colore è molto più immediata.

La percezione del colore delle stelle è un vero e proprio “processo” fortemente influenzato da più fattori, come ad esempio:
- dalle caratteristiche oggettive dell’occhio umano …
- e ancora di più da quelle soggettive di chi osserva;
- dall’apertura dello strumento che si utilizza …
- e dalla qualità del seeing al momento dell’osservazione.
Per questo motivo, come si potrà facilmente constatare, è davvero difficile trovare una valutazione unanime sul colore che si percepisce delle singole stelle.

Garanzia di oggettività possono allora essere:
- l’esperienza nell’osservazione visuale e
- il diametro ampio dello strumento che si usa;
- il buon seeing al momento dell’osservazione e
- più osservazioni della stessa stella.

L’osservazione delle stelle colorate – non vi sembrerà vero – è più soddisfacente sotto cieli non troppo bui!
La presenza della luce artificiale infatti limita l’attività dei bastoncelli, le cellule della retina insensibili al colore, lasciando attiva quella dei coni, che ne sono invece sensibili, lasciando così gli occhi più ricettivi al colore.

Inoltre, non bisogna dimenticare che come accade con la Luna di notte che pur essendo di colore grigio appare fortemente “bianca”, allo stesso modo la luce di una stella tanto più è luminosa tanto più l’apparato visivo umano la interpreterà tendente al bianco.
Questo aspetto è così vero che nel nostro cielo notturno é proprio
“la debolezza delle stelle che ci consente di vedere i loro corretti colori”.
Infatti se le stelle visibili ad occhio nudo fossero solo un po’ più luminose di quanto sono, apparirebbero ai nostri occhi TUTTE bianche; e se invece
“fossero solo moderatamente meno luminose di quanto sono, non riusciremmo a vedere correttamente i loro colori e forse non ci riusciremmo affatto. Per cui è una felice coincidenza se viviamo sotto un cielo stellato i cui astri più prominenti cadono esattamente all’interno del ristretto raggio di luminosità a noi necessario per vedere i loro veri colori”.
Philip Steffey, The truth about star colors, Sky & Telescope, September 1992

Sul campo ho inoltre scoperto:
- che dando un piccolo colpo al telescopio in modo da far agitare nel campo dell’oculare la stella colorata, oppure mettendola fuori fuoco (come in QUESTE foto) i colori si percepiranno in modo più immediato. L’occhio umano soffre infatti della tritanopia dal piccolo campo, la difficoltà cioè di percepire la sfumatura di un oggetto molto piccolo; per cui spalmando la luce puntiforme di una stella su una superficie maggiore, se ne facilita l’individuazione del colore;
- che a parità di esperienza osservativa, la prima occhiata è sempre quella più oggettiva;
- che fissare a lungo una stella provoca una sorta di “saturazione” dell’immagine che fa sparire i colori, facendola apparire bianca;
- che un buon seeing è garanzia di oggettività ed esalta i colori, quello cattivo attenua o altera i colori;
- che a parità di astro, attraverso uno strumento più luminoso ( cioè con diamentro maggiore ) i colori appariranno più tendenti al bianco;
- che i colori giallo, arancio e rosso delle variabili al carbonio sono solitamente più intensi di quelli percepiti nelle stelle doppie colorate;
- che confrontare più stelle consecutivamente aiuta a notare le differenti tonalità di colore;
- che non si percepisce il colore verde nelle stelle;
- che l’occhio allenato, potrà facilmente distinguere le stelle bianche in tre tipi differenti: quelle di colore bianco–freddo, dove il bianco tende all’azzurro; quelle bianco-neutro, dove il bianco è completamente privo di sfumature di colori; e quelle bianco-caldo, dove il bianco tende invece al giallo;

Sapute queste cose, possiamo ora incamminarci nel mondo dei colori presenti nel cielo stellato COSTELLAZIONE per COSTELLAZIONE!
Nelle foto le stelle sono state messe fuori fuoco per meglio evidenziare le loro sfumature.
Cieli colorati!!
Prendo spunto dalle tue osservazioni e la prima serata utile le osserverò! Grazie sempre per i tuoi racconti, ti farò sapere. Valentina
Io scopro solo ora il tuo blog/sito e ne sono totalmente affascinato, anche perché io ho sempre sentito parlare di “il telescopio deve stare assolutamente immobile” e te per tirare fuori quei colori fai l’opposto, così te non stai facendo fotografia, stai dipingendo dei quadri con un telescopio. Fenomenale è dire poco, complimenti veramente.
Bellissimo!