Il BACIO nella LUNA!

Era il 20 agosto del 1880, esattamente 140 anni fa, quando il poeta triestino Filippo Zamboni, in compagnia della sua amata moglie Emilia Dagnen de Fichtenhain, dal terrazzo antistante la Villa Reale di Napoli, scoprì il famoso Bacio nella Luna!

Archivio Biblioteca Civica Attilio Hortis – Trieste

La sera della scoperta

Erano gli ultimi giorni del loro soggiorno a Napoli, città a lui molto a cuore anche perché patria della famiglia di sua madre, Luigia Amadio!

Filippo Zamboni con Luigia Amadio – Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste – F014975_R

E dopo aver visitato bellissimi luoghi come Pompei, Posillipo, Amalfi, e la collezione numismatica Santangelo conservata al Museo Nazionale, non gli rimaneva che visitare la galleria della Villa di Capodimonte.

Risalito il colle in una carrozza e giunti al cancello, furono però fermati dal portiere del luogo:

“Signurì, addò iate, tenite o permesse? […]
Nun è pussibbele senz’o permesse.
E po’, è già troppe tarde”.

Quando oramai sembrava tutto da rimandare, ecco arrivare un “individuo equivoco” come lo definisce lui, che prendendo la cosa “a cuore”, probabilmente in vista di una bella mancia, disse:

“Nu ddubitate, vuie eccellenze, nu site persone comm’a llate, ce penz’i a farve trasì e avè o permesse. […] Ntante aspettateme là sott’a u purticate d’o palazze”.

In attesa di quella mediazione, all’aperto, dal terrazzo ad arco che con la sua ringhiera in ferro affaccia direttamente sul golfo della città – “che per espandersi, vorrebbe entrare nel mare”… –

Fontana del Belvedere – Napoli 15 agosto 2019

ecco all’improvviso sorgere davanti ai loro occhi la Luna Piena nel pressi del cono del Vesuvio:

Plenilunio del 15 agosto 2019 – Capodimonte

“Come un trionfo era sorta la Luna piena; il disco grandissimo e carico di sole, glorioso. All’improvviso mi lampeggiò una visione.
– Oh vedi tu là quella bellezza di testa virile,
così incarnata, un profilo? –
– Sì la vedo, la vedo! E’ proprio una testa! -.

[…] Eravamo estatici: quasi la terra, il mare
e tante bellezze in cielo fossero tutte solo per noi,
per noi soli.

Poi come se Essa non mi fosse accanto, ma lassù:
– Vedi a sinistra una testina di donna?
Tutta di luce biachissima? Quanto somiglia a te,
col pesante tesoro dei tuoi capelli biondi
fluttuanti, crespi, molli quando sono profusi?

Essi due si baciano! – E mi posi ad atteggiarle il viso”.

Bacio nella Luna – 14 agosto 2019 – Capodimonte

Ciò che ad occhio nudo sembravano semplici contorni, al binocolo diventavano una manifestazione più distinta e compresa. La loro contemplazione tuttavia cessò improvvisamente con l’arrivo di quell’uomo e visitata la galleria in tutta fretta, ritornarono immediatamente in albergo, senza ricercare le due teste nella Luna.

La riscoperta

La cosa gli balenò in mente solamente qualche anno più tardi quando non riuscendo subito a ritrovarle, cominciarono a pensare che potesse essersi trattato solamente di un inganno momentaneo, o di un gioco di ombre e di luci; per cui, senza dargli troppo peso, dimenticarono anche la data precisa di quando tutto era accaduto.

Solo quando Zamboni pensò di mettere mano al suo nuovo dramma letterario, Sotto i Flavi, cominciò a ricercare i due amanti nella Luna!

Come quando si prova a ricostruire l’incisione sulla faccia di una moneta corrosa dal tempo, così egli ricominciò a ricercare nella Luna le tracce perdute delle due teste.

Bacio nella Luna – Plenilunio del 17 luglio 2018

Per meglio ricostruire le circostanze di quella sera avventurosa sul terrazzo di Capodimonte, andò pure alla ricerca di lettere e appunti nei suoi diari, dove trovò un’annotazione dell’inverno precedente al loro soggiorno, in cui raccontava a sua moglie

“il sogno di essere a Napoli, insieme in riva al mare.
Poi sulla Luna ove noi ci baceremo anche lassù!”

In effetti a Napoli la Luna l’avevano osservata spesso e molte di quelle sere nella loro stanza non vi era altro lume che quello della Luna!

Eppure i suoi mari quella volta gli risultavano più densi, più neri, quasi profondi, tanto da usare il binocolo per vederci più chiaro:

“perché proprio ora a Napoli questo disordine nell’aspetto lunare? […] Dove sono i crateri tante volte altrove paragonati da noi al Vesuvio illuminato dalla Luna?”.

Bacio nella Luna – Plenilunio del 15 agosto 2019 – Capodimonte

Cominiciò così a convincersi che quelle macchie lunari, che in quei giorni precedenti lo avevano tanto attirato, si erano in qualche modo incoscientemente già ordinate dentro di sè e che solo successivamente, si sarebbero ricomposte divenendo chiare anche alla mente.

Il disegno del bacio

La ricerca delle due facce nella Luna fu lunga e faticosa! Ma una volta ritrovate, per non perderle più, oltre a ricostruire la scena di Capodimonte adattandola agli amanti Giulio ed Eponia protagonisti del suo dramma, …

Le prime pagine del Pandemonio

… decise di incaricare degli artisti perché le fissassero in un’ immagine non troppo diversa da come appaiono nella realtà, partendo da uno schizzo disegnato da lui e da sua moglie!

Uno dei primi schizzi del Bacio fatto dallo Zamboni – L’Astronomiè – 1900

Agli artisti diplomati, preferì un semplice alunno perché più libero dai rigidi precetti accademici. Lo condusse più volte sul ponte del Danubio – lavorava infatti a Vienna – da dove poter riprodurre l’immagine dal reale e sotto i vivi colori del tramonto.

Il risultato fu pubblicato nel dramma…

Copertina e il disegno del Bacio nella Luna – 1885

… e successivamente su una prima edizione di 2000 cromotipie riportanti i versi de I Flavi in varie lingue, nel seguente modo:

“le due teste […] e il cielo scuro con qualche stella. Sotto, l’orizzonte illuminato dal plenilunio e l’immensità del mare […] della mia Trieste!”.

Lettera ad Elda Gianelli, 8 ottobre 1889.

Bacio nella Luna – Archivio Biblioteca Civica Attilio Hortis – Trieste

L’immagine divenne subito popolare in tutta Vienna, tanto che già nel luglio dello stesso anno (1885), sui ponti e suoi luoghi con orizzonte limpido, nel giorno del plenilunio, si notavano gruppi di persone che cercavano di vedere questo bacio pubblico nello schermo del cielo!

In pochi anni molteplici furono le edizioni di quelle cartoline e numerose furono anche le copie clandestine che provarono a guadagnarci sopra.

Una traccia davvero accattivante la troviamo ancora nel 1912 quando Norberto Rozzi mettendosi a caccia di questo bacio, raccontò sulla Rivista Abruzzese di aver trovato non due, ma ben tre volti nella Luna:

“Nelle belle e serene notti dello scorso luglio, ansioso di vedere coi miei propri occhi lo strano fenomeno, corsi col binocolo a fare le mie osservazioni; ma la luna essendo sul far del primo quarto, vana rendeva la mia curiosità; non pertanto volli osservare ancora, ed oh meraviglia! al mio sguardo si presentò, non il simpatico e grazioso volto del giovine, ma invece un brutto ceffo, come si osserva nella seguente figura:

Seguitando nelle sere successive, ad osservare la luna, un po’ per volta, vidi il bel fenomeno del bacio; ma quel brutto ceffo era sempre presente e per quanto cercassi toglierlo dalla mia vista, non vi riuscii. […] Perché era sempre presente? Perché disturbare l’idilio d’amore dei due amanti? Allora pensai che poteva essere un indiscreto che spiasse i due innamorati.”

Gli astronomi scoprono il bacio

Il Bacio nella Luna insomma appariva così perfetto che tutti si chiedevano come fosse riuscito a trovarlo! E la risposta di Filippo Zamboni era sempre la stessa:

“Non fu studio: fu per caso, soltanto per caso! Per un felice concorso di circostanze, per fantasia del momento, […] tutte le altre circostanze propizie che posson avermi fatto osservare per forza, quel dì, in quel luogo, in quell’ebrezza d’animo, insomma per la follia – dovrei dire: – legge del caso”.

Oltre alla gente comune e ad uomini illustri come Italo Svevo,

“Volli interrompere il chiacchierio di Guido che mi costringeva ad un annuire continuo, una tortura, e gli descrissi il bacio nella Luna scoperto dal poeta Zamboni: com’era dolce quel bacio nel centro delle nostre notti […]”.

La coscienza di Zeno,
cap. II, Storia del mio matrimonio, 1923.

l’immagine dei due volti seppe affascinare anche molti ed autorevoli astronomi!

Il francese Flammarion, che Zamboni tanto ammirava e a cui ebbe l’onore di consegnare personalmente nel 1888 alcuni schizzi dell’immagine, subito la pubblicò sulla rivista di astronomia che curava, commentando:

“Mi sembra strano che dopo tante somiglianze con gli oggetti terrestri trovate nel disco lunare dai tempi antichi fino ai dì nostri […] non venisse mai rimarcata la più stupenda di tutte, un profilo di testa virile che bacia una faccia di donna. […] Dopo che si son vedute una volta queste figure è impossibile di riguardare o il nostro satellite o una fotografia lunare senza che questa immagine non emerga ai nostri occhi!”.

Revue D’Astronomiè Populaire
12 dicembre 1888

Prima pubblicazione di uno schizzo di Zamboni – 1888

Il Bacio ed altre pareidolie lunari

Ispirato dalla scoperta dello Zamboni, ancora Flammarion, nel Mensuelle D’Astronomié del 1898, a 10 anni dalla precedente pubblicazione, ebbe la geniale idea di indire tra i suoi lettori un piccolo concorso dedicato alle immagini che ognuno pensava di vedere nel volto della Luna!

Arrivarono tantissimi disegni, tra loro molto diversi e spesso anche davvero bizzarri! Nessuno di essi però, mostrava contemporaneamente due facce come quelle visibili nel bacio di Zamboni!

Alcuni disegni della faccia della Luna. Si riconoscono: un tirannosauro, delle teste umane, uno scarabeo, un’antilope ed un uomo decapitato.

Come l’astronomo R. Spitaler aveva già notato da tempo:

“Le deve essere noto che in varie parti del disco lunare […] sono state osservate diverse figure, ma tutte quante, per bellezza e chiarezza, rimangono molto addietro al Suo Bacio nella Luna!”

Praga 6 aprile 1895

Bacio nella Luna di Zamboni, disegnato da altri astronomi – L’Astronomie 1900

L’idea del concorso piacque così tanto allo Zamboni che vi partecipò anche lui inviando altri 5 disegni: negli anni precedenti infatti, volendo essere sicuro che non esistesse da nessun’altra parte un’immagine come quella del suo bacio, si mise a ricercare e studiare tutte le antiche fonti in cui si parlava di immagini viste nella Luna.

Trovò quella di Caino, quella di una Lepre e poche altre, tutte però conosciute e conservatesi per tradizione! Per cui giunse alla conclusione che se qualcuno avesse mai visto il Bacio nella Luna prima di lui, la notizia si sarebbe sicuramente tramandata:

I 5 disegni sulla faccia della Luna inviati da Zamboni a Flammarion

“Eppure i due spiriti di luce […] che da mille e mille secoli, mese per mese spariscono e constantemente ritornano congiunti, pure innanzi agli occhi di tutte le generazioni passate e del presente […] amoreggiando […] baciandosi co’ baci più celesti e più prolungati, furon colti sul fatto, e rivelati ora soltanto da un poeta!”.

A Zamboni – Archivio Biblioteca Attilio Hortis

Il Bacio nella Luna e i Canali di Marte

Oltre a Flammarion, tra tutti gli astronomi, fu l’abruzzese Vincenzo Cerulli quello ad essere completamente sedotto dal bacio:

“La scoperta è davvero trascendente: tutti ne restano colpiti e ognuno si meraviglia come prima di saperlo, il Bacio nessuno lo veda. Io aveva studiato molto la Luna nel binocolo […] ma con tutto questo studio, la scoperta del famoso bacio non era nemmeno alla lontana balenata agli sguardi!”

Teramo, 28 ottobre 1898

Ed un mese più tardi in un’altra lettera:

“Il suo bacio si vede splendidamente nelle fotografie […] ma incomparabilmente più bello che nella fotografia lo spettacolo appare nel binocolo […] Non potrò mai abbastanza dolermi dell’aver fino ad un mese fa ignorato questa meraviglia! […] Io vorrei che tutta l’umanità lo vedesse”.

Teramo, 24 novembre 1898

E fu ancora Cerulli a pensare di utilizzare la bellissima pareidolia di Zamboni per dimostrare che i Canali di Marte che qualcuno come Schiaparelli pensava di vedere sulla superficie del pianeta Rosso, fossero solamente frutto di un’illusione ottica!

“L’Avverto che io vedo mirabilmente il Suo bacio nella Luna anche ad occhio nudo. Nel mio nuovo scritto su Marte ne ho data una breve descrizione per dimostrar l’evidenza che acquistano certi raccordamenti d’ombre nella visione operata con un mezzo ottico insufficiente”.

Teramo 6 dicembre 1898

“Il bacio dello Zamboni nasce dunque da un’astrazione della vista, dallo scegliere entro un ammasso di macchie naturali le sole che diano la figura cercata e non vedere che questa!”

Vincenzo Cerulli, Nuove osservazioni di Marte,
Colluriana 1900.

A. Abetti a Zamboni -Bacio nella Luna – Archivio Biblioteca Attilio Hortis

Un libro sul Bacio nella Luna

Alla fine Zamboni, dopo aver trascorso gran parte della sua vita a far conoscere i volti dei due inseparabili visibili nella Luna, pensò di scrivere un libro sulla gioia di aver trovato questo quadro celeste e su come e cosa abbia fatto per condividerlo con gli altri contemplatori del cielo!

Purtroppo però, morì nel 1910 prima di vederlo pubblicato!

Tomba di F. Zamboni con il Bacio – Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste – Pietro Opiglia F69479 e F74586

Sua moglie allora, portò a termine quanto rimaneva da fare e pubblicò l’anno seguente, con l’aiuto di Elda Gianelli, “Pandemonio, il bacio nella Luna – ricordi e bizzarrie” da cui è tratta gran parte di questa sintesi …

e dove Emilia stessa ha potuto ritrovare molte dolci parole che il suo amato aveva pensato per lei, come queste:

V’hanno donne amanti che non si curano di sapere degli anni passati dell’amato, ma si beano tutte del suo essere presente, nella vita la quale si svolge con loro in una medesima ora: l’esistenza del momento. Altre invece vogliono conoscere ogni caso della vita prima, della Vita Nuova dell’amico. È una specie di inconscia gelosia  proteiforme di chi ama davvero, mista all’idea gentile che, sapendo ciò che gli occorse un tempo, le pare che le proprie abitudini e per l’animo che si insinuava educando così, fosse anche allora convissuta con lui, cioè che in ogni epoca essa fosse stata sua. Insomma, alcune vogliono rivivere tutti que’ giorni passati, e sapere che altre non l’ebbero amato più di loro.

F. Zamboni, Pandemonio, pag. 41.

Filippo Zamboni ed Emilia Dagnen – Fototeca Musei Civici di Trieste – F022638

Nel Pandemonio, vestendo i panni di selenografo, Zamboni guida passo passo il lettore in ogni macchia lunare, così da poter rintracciare in esse i due che si baciano:

“Vedrete che tutte le opacità, i tratti più omeno lucidi della superficie lunare a noi rivolta, concordano ad unirsi, a disegnarlo, anche ad ornarlo; nulla macchia rimanendo per sé inoperosa, o spostata, od errante, cioè che alla leggiadra composizione di quelle figure non fosse necessaria”.

Ecco qui la sua poetica descrizione…

… da poter leggere dinanzi al sorgere della Luna Piena per meglio trovare e contemplare, ad occhio nudo o al binocolo, il Bacio che vi è nascosto!

“Nessuno ci creda di poterle pienamente gustare a prima vista: conviene rivederle spesso, spesso studiarle”.

“Provando e riprovando baleneranno le immagini dei due inseparabili: subito l’incanto può sparire, ma ciò basterà per farci esclamare: Eppure ci sono!

“E ciò farete ogni volta che riguarderete la luna piena. Non vedete adombrati i lineamenti geniali di Luno e Luna?”

“Per sempre voi le troverete a prima vista”!

“Se poi leggerissime nubi, per il buffo di vento corrono più rapide innanzi al plenilunio, le teste si moltiplicano, si muovono e si chinano una sull’altra, quasi portando visibili le parole dei due volti, che non possono essere che buone quelle di due anime slanciate nel bacio”.

Bacio nella Luna – Plenilunio del 15 agosto 2018 – Capodimonte

“Sono un dipinto a chiaroscuro, un’opera di scultura, un antico cammeo d’artefice divino, un medaglione di una città fantastica”.

“Se un dì saranno spariti gli uomini, nella rovina del globo, rimarranno nella Luna […] e le nuove creature d’una terra rinnovata potranno vedere quali furono le fattezze nostre nell’antico pianeta”.

Bacio nella Luna – 14 agosto 2019 – Capodimonte

“Oh l’amore prima fu sentito in cielo, e perciò fu messo, amoroso pensiero umanato, nel pianeta a noi più familiare”.

Qui l’EVENTO virtuale svolto il 1 settembre 2020 per il 140esimo anniversario della scoperta del Bacio nella Luna!

Si ringraziano
La Biblioteca Civica Attilio Hortis di Trieste,
per l’utilizzo delle immagini dell’Archivio;

La Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, per l’utilizzo delle immagini dell’Archivio;

e
L’Università degli studi di Trieste,
per le copie digitali dei testi.

Bibliografia
1.Pandemonio, Il bacio nella Luna, ricordi e bizzarrie, 1911.
2.Filippo Zamboni e l’imagine del Bacio su disco lunare, di E. Gianelli,
in Rivista di Astronomia e scienze affini, Anno VI n.6, 1912.
3.www.gallica.bnf.ft per le riviste di Flammarion.
4.Lettere di Filippo Zamboni a Elda Gianelli,
di Elda Gianelli, Trieste 1911.

Cieli colorati!!!




3 commenti su “Il BACIO nella LUNA!”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *