23 marzo 1852: la scoperta di PSYCHE, il sesto asteroide napoletano!

A poco meno di 8 mesi di distanza dalla scoperta di Eunomia, un nuovo pianeta è stato ritrovato sotto il cielo di Napoli. Ed ancora una volta lo scopritore è Annibale de Gasparis.

L’astro fu osservato per la prima volta la notte del 17 marzo, ma la comunicazione della scoperta a tutto il popolo borbonico attraverso il Giornale del Regno, fu pubblicata solamente 5 giorni dopo.

Ecco con quali parole:

Per chi leggeva questo articolo il nome di Annibale de Gasparis era oramai associato indelebilmente al ritrovamento di nuovi mondi, essendo quest’ultima la sua sesta scoperta fatta in poco meno di tre anni.

… Alcuni mesi prima

C’è però un simpatico dettaglio risaputo solamente dalla comunica degli astronomi e che noi possiamo ricostruire attraverso poche fonti sparse nelle riviste scientifiche dell’epoca: nella notte tra l’8 ed il 9 dicembre del 1851, infatti Annibale de Gasparis pensò di aver scoperto nei pressi di Saturno un nuovo pianeta!

La notizia fu inizialmente diffusa da Petersen, direttore dell’Astronomische Nachrichten il 22 dicembre 1851 per invitare gli astronomi a cercare il nuovo astro, probabilmente dopo averne ricevuto nota direttamente dal de Gasparis per corrispondenza.

MRAS Vol XII, Nov. 14, 1851

E successivamente fu riportata anche tra le pagine delle riviste della Royal Astronomical Society e dell’Astronomical Journal.

Astronomical Journal

Come riuscì a spiegare il Prof. Challis circa un mese dopo, il pianeta supposto era purtroppo solamente Giapeto, uno dei satelliti – già noti – del pianeta Saturno.

L’errore fu dovuto al fatto che Annibale de Gasparis – pur aver tenuto conto della presenza di Giapeto – avrebbe probabilmente confuso Titano o qualche altro oggetto con Giapeto stesso. Per di più Titano in quel periodo era così luminoso da presentarsi all’oculare molto simile ad un asteroide.

Non sono giunte a noi altre fonti in merito, per cui non possiamo sapere quanto Annibale de Gasparis fosse davvero persuaso dell’idea di una nuova scoperta; possiamo però dedurre, con ancora più convinzione che la scoperta del nuovo pianeta che avverrà pochi mesi dopo, non sarà semplicemente frutto del caso, ma il risultato di lunghe notti passate a spulciare il cielo con il piccolo telescopio dall’Osservatorio Astronomico di Napoli.

L’annuncio della scoperta

Come per le altre scoperte asteroidali Annibale de Gasparis scrisse ai suoi colleghi astronomi nel giorno stesso in cui giunse alla consapevolezza della scoperta. Primo fra tutti, come aveva fatto l’ultima volta per Eunomia, Angelo Secchi, direttore della Specola Vaticana:

“Prendo la penna per fare a lei come al solito la prima comunicazione di un’altra mia scoperta. Nella sera del 17 andante ho scoperto presso Regolo un altro nuovo pianeta rassomigliante ad una stellina di 10.11 grandezza. […] Ho durato qualche fatica per verificare la novità dell’astro. Gli Astronom. Nachr. ci giungono alla fine dell’anno, e non ho alcuna effemeride de’ conosciuti. Mi fareste cosa gratissima se da qualcuno dei vri assistenti mi faceste comunicare di tempo in tempo una brevissima notizia sulle osservazioni che gli astronomi fanno sugli asteroidi.

A. de Gasparis ad Angelo Secchi, 20 marzo 1852

Era il 20 marzo quando gli scrive e come dice, prima di farlo, ha voluto assicurarsi che il nuovo astro trovato, non fosse nessuno di quelli già noti. Per farlo ha faticato qualche giorno in più in quanto non era in possesso delle posizioni che tutti i pianetini già conosciuti avevano.

Posizione di Psyche nel giorno della scoperta

Sicuro di quanto scoperto, aspetta un altro giorno per scrivere anche a tutti gli altri astronomi sparsi nel mondo e con parole molto simili! A Urbain Le Verrier:

“Ho l’onore di annunciarvi la scoperta che ho appena fatto di un nuovo piccolo pianeta nella sera del 17 corrente. […] Devo raddoppiare i miei sforzi per seguirla visto la sua piccolezza”.

A. de Gasparis a Urbain Le Verrier, 21 marzo 1852
Ms3711 piece52 – © Bibliothèque de l’Institut de France

A John Herschel:

“Colgo con entusiasmo l’occasione di annunciarvi la scoperta che ho appena fatto di un nuovo pianeta nella sera del 17 corrente, per ringraziarvi molto vivamente del presente che m’avete fatto della vostra celebre opera contenente le vostre principali osservazioni fatte a Capo di Buona Speranza”.

A. de Gasparis a John Herschel, 21 marzo 1852
HS_8_46 © The Royal Society

E a François Arago:

“Ho l’onore di farvi sapere di una scoperta che ho appena fatto di un nuovo pianeta. […] Accetta signore i miei ringraziamenti per il premio d’Astronomia che l’Accademia è stata così gentile da partecipare tra me ed il sign. Hind”.

A. de Gasparis a François Arago, 21 marzo 1852

Da cui si comprende che il nostro de Gasparis non aveva neppure fatto ancora in tempo a ringraziare l’Academie des Sciences per il premio Lalande del 1851 assegnatogli per la scoperta di Eunomia e condiviso con Russel Hind per la scoperta di Irene, che già si trovava ad aver scoperto un nuovo pianeta. Primato che lo portò ad essere ancora una volta l’uomo che aveva fino ad allora scoperto il maggior numero di pianeti al mondo!

Sempre il 21 marzo scrisse parole simili anche a Scarpellini ed allo stesso Hind, amico/rivale di scoperte. Lettere di cui non possediamo il manoscritto ma che furono almeno in parte pubblicate sulle riviste astronomiche dell’epoca.

Una scoperta condivisa

Il giorno in cui ricevette la lettera da Napoli sulla nuova scoperta – 3 aprile 1852 – Russel Hind stava cercando una stella di undicesima grandezza segnata sulle sue mappe il 29 gennaio e di cui dal 18 marzo, essendosi accorto dell’assenza, cominciò ad ipotizzare la natura asteroidale.

Mai avrebbe potuto immaginare, una volta letti i dati delle osservazioni ricevute dal de Gasparis, che quello scoperto a Napoli fosse esattamente lo stesso astro che stava cercando:

“Nell’offrire questi dettagli, devo rinunciare da parte del sign. Bishop e da parte mia alla più remota intenzione di interferire con la giusta affermazione del Professor de Gasparis circa il merito di questa scoperta. […] Il pianeta fu in effetti individuato come tale a Napoli il 17 di marzo, mentre io non ero consapevole della sua esistenza fino alla notte seguente. Una settimana o due più tardi, avrebbero senza dubbio portato di nuovo il pianeta alla nostra ricerca, se fosse sfuggito all’ammirabile piano di esaminazione dei cieli attualmente perseguito dal Professor de Gasparis”.

Russel Hind, Note on the discovery of the new planet of De Gasparis. MRAS vol. XII, March 12, 1852.

Una coincidenza davvero straordinaria e che, come era già accaduto con l’asteroide Irene l’anno precedente, fa in qualche modo incontrare nei cieli i due più grandi scopritori di pianeti dell’epoca.

Con Irene i due scoprirono lo stesso astro a distanza di tre giorni; questa volta a separarli ci sono state solamente 24h: un dettaglio che non sfuggirà ad Annibale de Gasparis e che terrà conto per trarre alcune conclusioni circa il numero degli asteroidi esistenti.

La scelta del nome

Dopo aver annunciato la scoperta anche a Petersen …

il 23 marzo il nostro de Gasparis si dedicò ad una lunga lettera, indirizzata ad uno dei più eclettici scienziati della sua epoca: il barone Alexander von Humboldt. Poeta, naturalista e grande esploratore, Humboldt era considerato da Darwin il più grande scienziato di tutti i tempi.

Migliaia furono lo pagine e i disegni con cui cercava di raccontare quanto andava vedendo e scoprendo esplorando il mondo e che cercò di sintetizzare nella sua immensa opera denominata Il COSMO! Ed ancora oggi decine e decine di piante, animali, minerali e perfino uno dei mari della Luna portano il suo nome!

Friedrich Heinrich Alexander von Humboldt. Lithograph by J. Credit: Wellcome Library, London.

In questa lettera, Annibale de Gasparis con una citazione tratta dall’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto:

“Né che poco io vi dia da imputar sono / che quel che posso dar tutto vi dono”

che si può così parafrasare:

Non mi si potrà accusar di darvi poco perché io vi do tutto quanto posso donarvi.

palesa tutta l’ammirazione che provava nel poter parlare ad un uomo di tale portata; e dopo avergli sintetizzato il metodo di ricerca che lo ha portato alle sue scoperte astronomiche, gli concede l’onore di scegliere un nome per il nuovo pianeta!

Lettera di A. de Gasparis ad Alexander von Humboldt, 23 aprile 1852

Ecco le sue parole:

“Celebrissimo Signore Ho l’onore di condividere con voi la scoperta che ho appena fatto di un nuovo pianeta nella sera del 17 corrente. Sento in questo momento tutto il peso delle mie elucubrazioni perché esse mi hanno dato modo di offrire i miei omaggi ad un uomo che per il numero e l’importanza dei suoi lavori, è divenuto il cittadino di tutto il mondo, il cui nome sarà ricordato nelle epoche a venire, esempio unico di una lunga e gloriosa carriera, Nestore dei filosofi osservatori del nostro secolo. Mi lusinga, signore che vuoi accettiate la dedica che io vi faccio del piccolo mondo, e vogliate donargli nello stesso tempo un nome e un simbolo. […]

Questa volta spero di non essere prevenuto da altri astronomi in questa scoperta.

Colgo allo stesso tempo l’occasione per raccontarle la storia delle mie ricerche. Deve sapere che dal 1842 ho osservato le piccole stelle per configurazione al meridiano, ma la natura di questo strumento, non mi permetteva di fare, in poco tempo, la revisione di un considerevole spazio di cielo. Non ero neppure assiduo nelle mie osservazioni. Ho lavorato con costanza alle zone di Berlino dalla scoperta di Astrea fatta dal Sign. Encke.

Pur cominciando dal 1842 a cercare pianeti, Annibale de Gasparis specifica di aver cominciato a farlo in modo assiduo solamente dal 1846, da quando cioè Encke scoprì l’asteroide Astrea. Il lavoro consisteva nel confrontare attentamente il cielo stellato al fine di aggiungere una ad una tutte le stelline più deboli assenti nelle mappe di Berlino che egli utilizzava. Perché una volta riviste, a distanza anche di uno o due giorni, potesse notare la presenza o l’assenza di un puntino: segnale inequivocabile della sua natura asteroidale.

Ciò che mi ha sostenuto nel duro lavoro di supplire le piccole stelle che mancavano, è stato, devo confessare, una convinzione incrollabile, una fede certa che prima o poi sarei riuscito a fare delle scoperte. È con le suddette zone che ho trovato i nuovi pianeti Igea Borbonica, Partenope e Irene tre giorni dopo Mr. Hind.

dettaglio della lettera

Eppure ciò che egli sperava e che sicuramente motivava più fortemente tutto il suo zelo, non era la possibilità di scoprire tanti piccoli pianeti che orbitano tra Marte e Giove e dall’aspetto simile alle stelle, ma quella di individuare un pianeta gigante, uno al pari di Urano e Nettuno, capace di allargare le dimensioni del Sistema Solare:

Inoltre progettando idee più audaci, aspiro a trovare un nuovo pianeta oltre Nettuno, e per questo scopo, ho configurato un grandissimo numero di stelle presso l’eclittica seguendo un piano regolare di ricerca

dettaglio della lettera

Per fare ciò, si era costruito mappe stellari tutte sue che ricoprivano la zona della volta celeste lungo l’eclittica, perché quella più probabile in cui rintracciare un ipotetico nuovo pianeta.

Con l’aiuto del mio lavoro, ho trovato i nuovi pianeti Egeria Ferdinandea, Eunomia e quello del 17 marzo. Dopo le mie ricerche credo di poter affermare che il numero dei pianeti che restano ancora da scoprire sia molto limitato.

Ogni volta che osservo passo in rassegna uno spazio di cielo di 10° in AR e 3° in decl. ( a medio termine) ed io faccio questa operazione almeno 130 volte all’anno (numero medio dei giorni sereni in questa città) e l’ho fatto con costanza dal 1849. In questo intervallo di tempo, ho scoperto due volte Flora, (uso questa espressione perché non ero alla ricerca di questo pianeta), una volta Iris, Giove, Saturno, Urano e due volte Nettuno. Li ho nominati per ultimi perché li avrei scoperti lo stesso se fossero stati di 10° grandezza. Questi dati, aggiunti alla coincidenza con il Sign. Hind, non dimostrano che il numero dei pianeti sconosciuti sia molto piccolo?

Ogni notte serena osservava 30° quadrati di cielo. Con tale assiduità oltre a 3 nuovi asteroidi, era riuscito a scoprire – cioè a rintracciare senza volerlo – anche quelli già noti! Arrivò per cui alla conclusione che il numero di questi piccoli pianeti – almeno di quelli più grandi e alla portata degli strumenti astronomici – non dovesse essere poi così alto.

Aggiungasi la stessa circostanza che i tanti astronomi che si impegnano nella rivisitazione dei cataloghi delle piccole stelle non ne han trovati nessuno, se eccettuiamo il sign. Piazzi. Solo la limitazione del loro numero può produrre il semplice rincontro dei pianeti già conosciuti. Non dirò nulla sul presunto numero di pianeti la cui piccolezza sfugge ai nostri meandri ottici. Se non possiamo vederli è inutile prenderli in considerazione e fortunatamente, non hanno apprezzabile influenza nel nostro sistema.

Tali assidue osservazioni l’hanno portato anche dinanzi alla scoperta di stelle in grado di sparire, non perché spostatesi come gli asteroidi, ma perché affievolitesi per un’eventuale variabilità. Era quanto già raccontato al Kaiser nel 1850, ed anche se qui promette che in futuro se ne occuperà, non lo farà più, almeno per quanto ufficialmente ne sappiamo.

Ho avuto l’opportunità di vedere la scomparsa di molte stelle, ed una stella variabile nell’eccellente zona di Mr. Knorre. Ma questo sarà oggetto di una seconda comunicazione. […] Accolga, signore, i segni del mio profondo rispetto e del mio vivo attaccamento con il quale, ho l’onore d’essere devoto servitore”.

A. de Gasparis ad Alexander von Humboldt

La risposta dell’illustre scienziato è giunta fino a noi solo per caso: come infatti raccontava Eugenio Guerrini nel 1933, quella lettera – chissà per quale strano motivo – fu pubblicata nella Strenna Napoletana pel Capo d’Anno del 1855, denominata La Strena, dove solitamente erano pubblicate semplici poesie occasionali e altri svariati argomenti decisamente lontani dalla corrispondenza di scienziati così celebri.

Lettera di Alexander von Humboldt ad Annibale de Gasparis

Ad esumarla da quell’inatteso contesto fu l’avvocato Vincenzo Barreca, grazie al quale possiamo leggerla ancora oggi!

Ecco la traduzione:

“Non posso esprimervi con sufficiente forza quanto sia onorato dal vostro ricordo e dalle espressioni di gentilezza che mi avete donato con l’interessante lettera del 23 marzo. A tante brillanti scoperte dovute alla vostra sagacia e ad una profonda conoscenza topografica della volta celeste (del mondo stellare al di sotto dell’ottava magnitudine), state già di nuovo aggiungendo, nell’anno che sta iniziando, un nuovo pianeta, il quinto, senza contare quello che il caso ha mostrato al signor Hind giorni o ore prima. Non sono affatto di quel partito, sprezzante, che, sfinito dall’abbondanza, rifiuta l’interesse per i piccoli pianeti, come dell’aumento del numero dei metalli, della scoperta di nuove famiglie di piante e animali, delle misure multiple delle parallassi stellari, o dei gradi del meridiano. Questo raffreddamento non sarebbe degno di un secolo che si definisce filosofico. Penso che il gruppo planetario, composto da corpi celesti così meravigliosamente intrecciati, sia di crescente interesse per la teoria del Sistema Solare, a causa di questo numero (apparentemente) quasi indefinito di corpi. Le ingegnose speculazioni di Gould e d’Arrest, a mio parere, rivelano sempre di più lo splendore delle vostre scoperte. […]

Felicissimo delle parole del de Gasparis, Humboldt, seppur onorato dell’invito ricevuto, rifiuta umilmente di proporre un nome per il nuovo pianeta perché compito solitamente riservato ai grandi astronomi:

Per quanto sensibile possa essere all’insigne onore che il Cavalier Annibale de Gasparis ha ben voluto farmi di proporre un nome ed un segno simbolico per il nuovo astro con cui ha appena arricchito il mondo planetario, un sentimento di pudore molto naturale, lontano da quell’affetto che non è altro che vanità mal rubata, mi impedisce di accettare la vostra offerta, così amabile e così delicata. Non è per aver potuto fare qualche utile lavoro astronomico nelle mie due spedizioni in America e nell’Asia boreale, non è per aver risieduto a lungo in un grande Osservatorio e aver lavorato sotto un grande maestro, il sign. Arago, che oso mettermi tra gli astronomi. È per una dura necessità se in una vasta e imprudente impresa, Il Cosmo, ho dovuto recentemente pubblicare un terzo volume tutto astronomico, ma le prove di zelo e di buona volontà a cui “una lunga pazienza di vivere” danno troppa ripercussione in un pubblico indulgente, non mi danno il diritto che gli illustri astronomi Gauss ed il sign. John Herschel hanno giustamente esercitato. Degnatevi, signore, di scusare questa timidezza nel battezzare; il mio degno amico Melloni, che conosce le individualità del mio carattere, vi dirà che se ho qualche pregio rispetto a coloro che nella professione di uomini di scienza hanno percorso per un intervallo di 60 anni la stessa carriera come ho fatto io è il vantaggio di non credermi uguale a coloro la cui superiorità non mi ha mai ferito. È una disposizione dell’anima che ha diffuso una certa serenità nel corso di una vita travagliata. Sono felice di aggiungere a queste poche righe che ieri anch’io ho potuto interessare molto il Re della storia dei metodi da voi inventati e utilizzati per arricchire il mondo planetario. Vi prego di accettare, Signore, il tributo di alta stima con cui ho l’onore di essere il vostro più umile e amorevole servitore”.

A. von Humboldt ad Annibale de Gasparis, berlino 3 aprile 1852

Nei giorni successivi Annibale de Gasparis avrà modo di raccontare della nuova scoperta anche all’Accademia delle Scienze di Napoli. E siccome l’aveva chiesto prima ad Humboldt, non avrà ritenuto opportuno chiedere di farlo a qualcun altro:

“Aggiungo di aver avuto onorevolissimo riscontro dal sign. de Humboldt cui ho deferito pel nome e simbolo del pianeta. Egli usando di troppa modestia in cosa finora praticata da Astronomi di professione non osa imporre un nome direttamente, ed è perciò che servendomi del dritto degli scopritori, ritengo pel nuovo pianeta il nome di Psiche”.

A. de Gasparis a V. Flauti, in Rendiconto della Reale Accademia delle scienze, Anno I, Napoli 1852

Eppure da quanto si riesce a ricostruire incrociando alcune fonti dell’epoca, pare che anche Russel Hind ebbe un ruolo nella scelta di questo nome. Petersen infatti, in una nota sui dati dell’asteroide pubblicata sull’Astronomische Nachrichten, aggiunse la citazione di una lettera ricevuta da Napoli:

“Il Sign. Professor de Gasparis mi scrisse riguardo al pianeta scoperto il 17 marzo <<Ho proposto, con l’approvazione del Sign. Hind il nome di Psyche per il novello pianeta, avente per simbolo un’ala di farfalla sormontata da una stella>>”.

Nota di Petersen alle effemeridi di Psyche calcolate da A. Sonntang. Altona 4 giugno 4

Un interessante dettaglio che fu riportato anche tra le righe degli Annali del Regno delle due Sicilie,

Annali del Regno delle Due Sicilie – volume XLVII 1853

e che lascia pensare che Annibale de Gasparis, con tutta la gentilezza che lo contraddistingueva, quando venne a sapere che Hind era stato sul punto di scoprire lo stesso asteroide, decise di informarlo del nome che aveva pensato al fine di riceverne una sorta di approvazione formale.

Un premio per la scoperta

Nell’anno precedente, l’Accademia delle Scienze aveva invitato gli scienziati dell’epoca a partecipare ad un programma di Astronomia trascendente che prevedeva un premio di 300 ducati per chi meglio rispondesse ad alcuni quesiti di meccanica celeste circa le perturbazioni delle orbite asteroidali.

A poco più di un anno, nessuna proposta era ancora arrivata; per cui il segretario dell’Accademia, Vincenzo Fausti, propose di conferire il premio ad Annibale de Gasparis in virtù della scoperta di Psyche:

“E’ già scorso il periodo fissato per ricevere memorie sul programma di Astronomia trascendente proposto dall’Accademia, senza riceverne alcuna. […] Per buona fortuna la circostanza della scoperta del nuovo Pianeta, che è il sesto di cui l’Astronomia va debitrice al nostro de Gasparis, ci presenta il mezzo da uscir con onore grandissimo da una proposta abortita conferendo il premio […] ad un novello astro”

Vincenzo Flauti in Rendiconto della Reale Accademia delle scienze, Anno I, Napoli 1852

“La classe di Matematiche […] ha stimato, all’unanimità, conveniente la proposizione fatta da quel segretario di conferirsi tal premio al nostro sign. Annibale de Gasparis in remunerazione dell’ultima scoperta da lui fatta, la sera del 17 marzo p. p., del pianeta Psyche. Per tal modo essa considerava, che la nostra Accademia non solamente premierebbe le diuturne e diligenti fatiche di tal nostro felice astronomo, ma verrebbe ad incoraggiare lui ed altri a tentar nuove scoperte”

Parere della classe Matematica sulla proposta del segretario perpetuo […], in Renticonto della Reale Accademia delle scineze, Anno I, Napoli 1852

Notizia pubblicata il 3 agosto 1852 anche sul Giornale del Regno delle due Sicilie:

La NASA parte per Psyche!

A 170 anni esatti dal questo memorabile passato, l’asteroide Psyche è oggi al centro delle cronache scientifiche! Recenti studi infatti suggeriscono che per il suo aspetto metallico sia da identificare con ciò che resta del nucleo di un antico pianeta, tanto che la NASA ha in programma, per il 12 ottobre 2023 l’invio di una sonda per studiarlo da vicino.

Se la cosa fosse confermata, poeticamente si avvererebbe, almeno in parte, quella speranza che Annibale de Gasparis confidò ad Humboldt, di scoprire un nuovo pianeta “oltre” Nettuno!

Articolo successivo: 21 settembre 1852 La scoperta di Massalia, il settimo asteroide napoletano

Questo articolo è parte di un grande racconto che parte da qui!

Si ringraziano

la Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea di Roma
per la riproduzione e la pubblicazione delle immagini del Giornale;

La Bibliothèque de l’Institut de France per la riproduzione
e la pubblicazione della lettera a U. Le Verrier – Ms 3711 pièce 52

The Royal Society per la riproduzione e la pubblicazione
delle immagini delle lettere tratte dal John Herschel database
.

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