WILLIAM SADLER FRANKS ed i colori delle stelle visibili ad occhio nudo

Un secondo Catalogo di Colori Stellari per Franks

Colpito dal progetto portato avanti dal Gage che gli riporta alla mente il suo sistematico lavoro di qualche anno prima e per il quale nella maggior parte dei casi la stima del colore era basata solamente su una singola osservazione, Franks comunica alla LAS che intende

“formare un nuovo catalogo sui colori stellari […]. Se potessi assicurarmi la cooperazione di Mr Gale, i risultati possederebbero maggior valore che se l’intraprendessi da solo […] Proporrei che l’oggetto fosse osservato simultaneamente e con non meno di due osservazioni”.

W. S. F., On star Colours, in The Journal of LAS, Marzo 1885

Catalogo che concluse il 10 marzo del 1886 e che conteneva la descrizione del colore di 1730 astri fino alla magn. +6.5 posti fino alla declinazione 20° Sud. Non potendo contare sulla collaborazione di Gage, decise di osservare ogni stella con due riflettori da 11 e 5 pollici. 72 erano gli astri non presenti nel primo catalogo ed il numero totale delle stelle diventavano 1893 se si consideravano anche le compagne delle doppie.

Confrontando i risultati dei suoi due cataloghi trovava che

“in generale […] le vecchie e le nuove osservazioni sono abbastanza concordi, ed all’interno del solito limite di errore”

e che nell’11 pollici i colori di molte stelle apparivano decisamente più pallidi rispetto a come apparivano nel 5 pollici, confermando quanto già aveva detto in riferimento alle stelle rosse:

“in ogni osservazione futura l’apertura del telescopio deve essere considerata come un fattore modificante il risultato finale”.

percentuale media delle stelle bianche, gialle e ranciate dei due cataloghi

Tuttavia le deduzioni più affascinanti riguardavano la distribuzione dei colori nel cielo, una questione che fino ad allora aveva ricevuto

“una scarsa attenzione da parte degli astronomi nonostante l’interessante natura della ricerca possa fornire importanti prove riguardo alla costituzione e alla struttura dell’universo stellare”.

Da una visione d’insieme delle sue osservazioni, poté infatti affermare che

“quelle costellazioni che hanno molte stelle luminose, di regola sono notevoli per la loro alta percentuale di “bianco”; mentre in quelle in cui ci sono molti astri deboli e quelle luminose sono relativamente poche, le tinte “gialle” ed “aranciate” sono più abbondantemente trovate”.

Gli astri gialli che disegnano il corpo della Balena sono poco luminosi e sparpagliati su circa 40°x20° di campo

Ed andando più a fondo, continuava dicendo che:

“le stelle di colore giallo e arancio appaiono generalmente più abbondanti nelle larghe costellazioni sparpagliate, come Balena, Pesci, Idra, Leone, Vergine, Boote, Dragone, Aquila ecc; mentre gli asterismi compatti si distinguono per il loro numero di stelle bianche.”

I luminosi astri azzurri sotto la Cintura di Orione sono racchiusi tutti in un campo di circa 10°x10°. Essendo solitamente molto pallide, Franks include le stelle AZZURRE tra quelle BIANCHE.

Oltre questo purtroppo non si poteva dire di più:

“al momento non sembra possibile indicare alcuna legge generale che governi la distribuzione dei colori stellari, tuttavia è molto auspicabile che nel futuro si faccia qualche sforzo con un mezzo migliore di quello della mera stima delle tinte stellari ad occhio nudo”.

Gli astri gialli e poco luminosi che disegnano il corpo dell’Idra sono sparpagliati su un campo di oltre 40°x20°

Benedetto Sestini provò a dare una visione d’insieme sulla distribuzione dei colori nel cielo costruendo mappe stellari in cui gli astri avevano forme diverse in base al colore che li caratterizzavano. Lavoro che a causa di forze maggiori riuscì a portare a termine solo parzialmente.

Franks a sua volta per mostrare

“la maniera nella quale le stelle bianche, gialle e ranciate, sono distribuite nell’emisfero Nord”

allegò al suo catalogo un’unica mappa che conteneva circa 1400 astri.

W. S. F. Introduction to a Catalogue of the Colours of 1730 Stars, in Monthly RAS XLVI.

Questi primi tentativi di mappare la distribuzione dei colori stellari tuttavia, davano troppa poca giustizia non solo alla passione e all’immenso lavoro svolto da questi due uomini, ma anche al pratico risultato di una visione d’insieme del cielo stellato a colori.

Ed allora è proprio a questo punto che il progetto delle COSTELLAZIONI a COLORI riuscendo a far VEDERE quello che i due astronomi hanno descritto e riuscendo a dare giustizia alla BELLEZZA di una visione d’insieme del CIELO STELLATO a COLORI, sembra diventare il tassello mancante al completamento di questa storia, diventandone umilmente e senza volerlo parte integrante!

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