WILLIAM SADLER FRANKS ed i colori delle stelle visibili ad occhio nudo

William Sadler Franks e la Coloured Star Section alla British Astronomical Association

Quando nel 1890 viene fondata la British Astronomical Association, associazione aperta a semplici appassionati ed anche alle donne, Franks fu a capo della Coloured Star Section fin da subito!

Ecco come spiegava il programma della sezione sulle pagine dell’English Mechanich del 26 settembre 1890:

“L’oggetto immediato proposto da intraprendere è la formazione di un catalogo standard dei colori stellari […] Per fare questo effettivamente è essenziale che un considerevole numero di osservazioni di ogni stella sia fatto da un forte staff di osservatori. Gli errori personali e strumentali peculiari a questo genere di lavoro, saranno in questo modo minimizzati, ed il risultato medio finale dovrebbe essere abbastanza vicino al vero valore. […] Al momento per l’osservazione saranno selezionate solo le stelle più luminose visibili ad occhio nudo; cioè tutte quelle sopra la magnitudine 5.0 che potranno essere facilmente accessibili in queste latitudini. La zona circumpolare formerà la prima parte del lavoro; in quanto essendo sempre visibile, i suoi colori, quando ben determinati, sono destinati a fornire standard di paragone per le zone restanti. Durante questo periodo di lavoro ogni notte di osservazione si farà un’osservazione della Polare, così da fornire qualche indizio alla “personal equativo” dell’osservatore. […] Desidero in modo particolare che qualche osservatore dell’emisfero sud cooperi al lavoro; perché il cielo del sud, per quanto riguarda i colori delle stelle, è una regione praticamente inesplorata”.

Franks voleva costruire un catalogo del colore MEDIO di tutte le stelle visibili ad occhio nudo dalla sua latitudine, escludendo quelle al di sotto dei 20° dall’orizzonte, dove la rifrazione atmosferica ne avrebbe impedito una stima oggettiva. Il colore di questi astri avrebbe costituito uno standard di paragone per meglio decifrare quello delle altre stelle di magnitudine più bassa.

Per raggiungere lo scopo divise la volta celeste in quattro grandi zone, a cominciare da quella circumpolare, le cui stelle, essendo sempre visibili, avrebbero fornito a loro volta uno standard di paragone per quelle che seppur luminose, non sono sempre visibili. Ogni membro della sezione, una volta letto l’articolo Star Colour dell’Astronomy for Amaterus di Franks, col proprio strumento, osservava la lista degli astri fornita da lui sia in ordine diretto che in quello inverso così da evitare eventuali errori dovuti alla sequenza di colori ed all’inizio di ogni serata di osservazione doveva dare una stima del colore della Polare per avere una traccia della sua personale inclinazione verso la percezione dei colori. La nomenclatura da usare sarebbe stata quella da proposta da Franks nel 1885 per cui il reverendo W. R. Waugh si occupò gentilmente di fornire ad ogni osservatore una copia ad acquarelli della carta illustrativa.

Da tutti questi dati veniva infine estratto il colore MEDIO di ogni stella, il dato più importante della survey grazie al quale ognuno dei membri che aveva partecipato, confrontando il risultato finale con le proprie osservazioni, avrebbe potuto avere anche una più corretta stima della propria personal colour equation.

I risultati furono pubblicati di volta in volta sul Giornale della BAA e, a lavoro concluso sulle Memorie dell’associazione.

La zona circumpolare fu completata in soli sei mesi, con un totale di 6367 osservazioni per soli 129 stelle, molte di più delle 7 osservazioni per astro che si erano prefissati!

Ed era solo l’inizio!

Si cominciò con le costellazioni di Cassiopea e della Giraffa, per poi passare alla zona Nord, a quella Equatoriale ed infine a quella posta a Sud …

con un totale di circa 32000 osservazioni per 940 stelle.

Raggiungendo

“un grado di accuratezza maggiore di qualunque altra determinazione del colore mai fatta prima, segnando un netto progresso in questo ambito dell’astronomia osservativa”.

Se Benedetto Sestini è stato il primo a mostrare i colori del cielo stellato e William Sadler Franks a farlo in modo più approfondito allargando le osservazioni ad un numero maggiore di stelle, la Coloured Star Section ha saputo offrire un risultato più vicino all’esperienza che si puó fare in una notte comune da un osservatore comune.

Il numero degli osservatori non fu costante, si arrivò comunque a completare quanto prefissato in soli 3 anni, alla fine dei quali, nel ringraziare tutti quelli che avevano contribuito, Franks decise di lasciare l’incarico della sezione – era il 1894 -:

“mi trovo incapace ad intraprendere alcun ulteriore lavoro in connessione con la Coloured Star Section”.

Sigla e nome degli osservatori – luogo di osservazione e diametro dello strumento utilizzato

Dopo aver affermato che il lavoro appena svolto potesse essere un ottimo stardard per meglio determinare il colore delle stelle deboli anche fino alla magn. +8, auspicava la possibilità che in un prossimo futuro ci fosse uno strumento che permettesse di registrare il colore delle stelle in modo più oggettivo. Quello migliore secondo per lui sarebbe quello che permettesse di osservare contemporaneamente nello stesso oculare due stelle poste a differenti distanze angolari.

L’ultimo pensiero fu ai cieli del sud, di cui era totalmente assente una qualunque descrizione cromatica delle sue stelle:

“perché dovrebbe rimanere così è un mistero che non riesco a capire, se si tiene conto del rispettabilissimo numero di telescopi che ora si possono trovare nell’emisfero sud, qualcuno dei quali sta presumibilmente facendo poco o nulla. Uno potrebbe quasi invidiare i loro possessori dell’opportunità e del fascino di lavorare in un campo assolutamente intatto”.

L’incarico da responsabile di sezione, fu affidato a Chambers, mentre Franks cominciò ad approfondire le relazioni che c’erano tra i colori degli astri ed il loro spettro!

TO BE CONTINUED!

Cieli colorati!!!

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