WILLIAM SADLER FRANKS ed i colori delle stelle visibili ad occhio nudo

Una COLOURED STAR SECTIONS alla LAS

Seppure il lavoro di Benedetto Sestini dedicato per la prima volta al colore delle stelle visibili ad occhio nudo fosse quasi sconosciuto in Europa, il colore delle stelle era un tema molto dibattuto tra gli astronomi e tra gli astrofili della seconda metà del XIX secolo.

  • Si voleva infatti trovare una spiegazione plausibile ai presunti cambiamenti cromatici che sembravano osservarsi soprattutto nelle stelle doppie;
  • si era alla ricerca di metodi e di strumenti, come scale cromatiche, cromometri e cromoscopi, che permettessero di determinare e definire più oggettivamente le sfumature visibili negli astri;
  • ed infine si moltiplicavano gli elenchi dedicati alle stelle più rosse del cielo, che nella maggior parte dei casi si rivelavano di luminosità variabile:

“la descrizione corretta dei colori stellari è un compito difficile, per la mancanza di un confronto con uno standard definito. […] Riconosco liberamente che i miei tentativi di descrivere i colori stellari sono a me molto insoddisfacenti, e mi sentirei davvero grato nel poter vedere un metodo realmente valido e pratico”.

W. S. F. in English Mechanic, 22 febbraio 1884

La nascita di una Sezione dedicata ai colori stellari alla luce di tutto ciò, appare allora pienamente plausibile!

La LAS a caccia di doppie colorate, stelle rosse …

Il tema dei colori stellari era stato dibattuto tra i soci della LAS fin dalla sua fondazione, sia riguardo a quelli visibili nelle stelle doppie, come ad esempio nella strettissima doppia 95 Herculis con la quale l’Ammiraglio Smyth nel suo Sidereal Chromatics, sembrava aver dimostrato un vero e proprio ciclo di variazione cromatica della durata di 12 anni;

95 Herculis – dobson 18″ – x285 – fuori fuoco

sia riguardo alle intense sfumature visibili in debolissimi astri rossi che continuamente venivano scoperti, confrontati ed elencati in nuovi cataloghi:

“le stelle rosse […] meritano pienamente l’attenzione che gli è stata rivolta così assiduamente, non solo a motivo del loro aspetto particolarmente bello e la singolarità del loro spettro, ma anche per la loro intima connessione con […] le stelle variabili”.

“Mira Ceti per esempio, che nel Novembre 1877 (vicina al massimo) descrissi come “gialla splendida” durante l’ultimo mese (vicina al minimo) la vidi “decisamente rossa”.

W. S. F., The tints of so-called red stars, in The Journal of the LAS, Gennaio 1885
Cambiamenti cromatici di Mira – Dobson 18″

Anche il Rev. T. E. Espin – presidente della LAS – pubblicò nel Journal della società del 1885 un elenco di 32 nuove stelle rosse appena scoperte, e nello stesso periodo Franks e il socio Maitland Baird Gemmill discutevano sull’intensità delle sfumature visibili in questi famosi astri.

Secondo Gemmill nessuna delle stelle più rosse brillava di una tinta “rosso puro” perché in esse sarebbe sempre riscontrabile una debole traccia di giallo o di arancio; Franks invece non aveva la minima esitazione

“a dire che alcune di esse sono semplicemente magnifici esempi di [questo] colore”,

come la debole AX Cygni, da lui descritta simile ad una “goccia di sangue nel cielo nero”.

Qui riprese scuotendo il telescopio per meglio evidenziarne le sfumature – dobson 18″ – x95 – ISO1250 – 1s

Solo col passare deltempo, avendole osservate con strumenti differenti, si accorse che

“parecchie che con un 5 pollici avevo annotato come “arancio-rosse” […] con un 11 pollici […] le trovai solamente “gialle”

arrivando perciò alla conclusione che in un telescopio

“l’apertura da sola influenza considerevolmente l’ultima stima del colore”.

W. S. F., The tints of so-called red stars, in The Journal of the LAS, Gennaio 1885

A questo punto del discorso Gemmill giustamente affermò:

“se la tinta di nessuna tra le stelle rosse più luminose è pura, allora sembra ragionevole dedurre che se il telescopio fosse abbastanza largo, la stessa cosa dovrebbe essere valida per quelle più deboli”.

S. M. B. Gemmill, The tints of so-called red stars, in The Journal of the LAS, Febbraio 1885
Cambiamenti cromatici in V Hydrae – Dobson 18″ – x285 – fuori fuoco

Conclusione giusta e pure facile da verificare. Tuttavia ci vollero un po’ di anni prima che Franks se ne convincesse! Solo nel 1924 infatti, quando pubblicò un suo elenco di 205 stelle rosse, selezionate tra quelle più scarlatte degli altri cataloghi esistenti, affermò finalmente anche lui che

“nessuna stella di una tinta rosso puro fu mai trovata; anche tra quelle più rosse una mistura di arancio può essere sempre rilevata” .

W. S. F., Observed Colours of 205 Red Stars, in Monthly RAS LXXXV

… e degli astri visibili ad occhio nudo!

Accanto a questi astri deboli si era recentemente aggiunto il lavoro di Franks, col quale il cielo stellato sembrava oramai costellato da astri dalle infinite sfumature scintillanti e mutevoli. E così alla LAS l’attenzione si allargò anche alle sfumature delle stelle singole visibili ad occhio nudo!

I primi anni a capo della Coloured Star Section ci fu William Henry St. Quintin Gage (1858 – 1939), un aristocratico che già da qualche tempo aveva cominciato a catalogare i colori delle stelle più luminose delle maggiori costellazioni attraverso un rifrattore da 4 1/4 pollici. Egli decise di provare a confinare i colori percepiti nelle stelle all’interno delle sole sfumature del giallo, dell’arancio e del rosso, perché diceva

“che se esiste una legge nella distribuzione del colore, sfuggirebbe sicuramente al rilevamento se si usasse una molteplicità di termini”.

W. H. Q. Gage, Star Colours, in The Journal of the LAS, Gennaio 1885

Egli affermò che ogni costellazione mostrerebbe la tendenza ad avere un certo colore predominante, che si tradurrebbe nell’aver trovato, all’interno di un piccolo limite di errore, una tendenza per le stelle vicine ad essere in accordo nel colore:

“certamente una stella può essere giallo chiaro e l’altra scuro, ma sicuramente questo è sufficiente a provare la posizione”.

W. H. Q. Gage, Star Colours, in The Journal of the LAS, Ottobre 1884
Distribuzione dei colori delle stelle più luminose del Boote e del Grande Carro

Un lavoro che continuerà anche negli anni seguenti quando, trasferendosi in India non guiderà più la Coloured Star Section.

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