Osservazione visuale di 3C 273

Migliore immagine di 3C 273
Migliore immagine di 3C 273

Nella costellazione della Vergine si trova un puntino di magn. +12.9
apparentemente insignificante ma che è invece l’oggetto celeste
più distante che abbia mai visto: il quasar 3C 273,
lontano circa 2 miliardi e mezzo di anni luce!!

Dal cielo cittadino l’osservazione non è facile
e ciò che si vede è solamente un puntino in visione distolta:
dopo tutto il tempo impegato e tutto lo spazio attraversato
vale però la pena dare un’occhiata a questo pizzico di luce,
giusto perché non vada tutta “sprecata”…

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SS Virginis: un tizzone ardente con forti variazioni cromatiche!

I colori di SS Vir – smartphone + dobson 18″ – X285 – ISO800 – fouri fuoco

Non lontano da Zaniah, astro di colore azzurro, brilla un puntino dall’intenso colore ARANCIONE-RAME: è la stella SS Virginis, una delle più luminose variabili al carbonio visibili nel cielo.

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Galileo e il fantasma di Giove

Autografo di Galileo

Il mattino del 15 Agosto del 2012, in occasione del più o meno raro transito contemporaneo delle ombre di Io ed Europa su Giove, rimasi fortemente sorpreso dall’essere riuscito ad osservare il fenomeno nei suoi dettagli  fino a quando il Sole, alto 20° sull’orizzonte, avendo superato i palazzi vicini, stava ormai illuminando anche me.

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ORGANIZZA UNA SERATA OSSERVATIVA!!!

Ecco un’idea davvero originale: ORGANIZZA UNA BELLA SERATA OSSERVATIVA!

Lo spettacolo della volta celeste che ogni notte si apre sopra le nostre teste, non passa indifferente agli occhi di nessuno: Luna e pianeti, ammassi stellari e nebulose, lontani milioni e miliardi di chilometri da noi, danzano lassù in alto su un palcoscenico immenso.

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Galileo e l’imperfezione del cielo stellato

Xilografia di Camille Flammarion
Xilografia di Camille Flammarion

La “rivoluzione” del cielo aristotelico è operata in modo grandioso da Galileo Galileo, non solo attraverso le sue inequivocabili scoperte, ma soprattutto grazie alla consapevolezza che aveva di ciò che “vedeva”.

L’idea della perfezione del cielo antico, cozzava apertamente con l’apparente imperfezione di una sfera celeste, dove le stelle, pur se disposte tutte alla stessa distanza dalla Terra, circa la loro luminosità non seguono nessun reale ordine.

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