“La moda popolare utilizzata finora per nominare le tinte delle stelle secondo frutti, fiori e pietre preziose ecc., è sia vaga che arbitraria. […] Nel tentativo di ideare un qualunque piano per un’osservazione più sistematica dei colori delle stelle, […] ho l’onore di esporre dinanzi alla Società [ il metodo che ho ideato]”
W. S. Franks, A proposed nomenclature for the Stars Colours – 1887
Quante volte abbiamo guardato questa zona di cielo ricca di astri! Chissà che effetto farebbe riuscire a vedere tutte queste sfumature colorate costellare la Via Lattea che gli fa da sfondo! Probabilmente quel LATTE mitologico da cui si sarebbe creata, agli occhi degli antichi, sarebbe sembrato ancora più nutriente perché farcito di preziosi INGREDIENTI dai colori “celesti” e dai sapori sconosciuti.
Il furbetto Zeus, per la sua ennesima fuga d’amore più che in un bellissimo cigno bianco, si sarebbe tramutato in un uccello del paradiso per la varietà dei colori che avrebbero caratterizzato il suo PIUMAGGIO.
Non sarebbe sicuramente bastata una semplice lucertola per rappresentare quelle poche stelle del cielo rimaste libere, perché con queste tonalitá ci andava meglio un CAMALEONTE.
E il carapace utilizzato come cassa di risonanza della lira sarebbe sicuramente appartenuto ad una TARTARUGA divina per le innumerevoli sfumature che la distinguevano.
Questa piccola costellazione detiene un bellissimo primato in fatto di colori: è infatti la prima in assoluto di cui sia stato osservato e descritto uno ad uno il colore delle stelle che la disegnano.
Era il 1847 ed era solo l’inizio del grande lavoro che avrebbe portato Benedetto Sestini sotto i cieli di Roma, alla sistematica descrizione del colore di quasi 3000 astri più brillanti della volta celeste e che ha permesso per la prima volta nella storia di avere una visione d’insieme sulla distribuzione dei colori nel cielo!
I giganti colorati di queste costellazioni sembrano dividersi in due zona: quelli in alto sono soprattutto azzurri, come Vega, Deneb e Rukh; mentre quelli più in basso sono bianchi e gallastri come Sadr e Gienah rispettivamente.
Le giallissime sono invece: 5 Lacertae, delta Lyrae, Xi, 31 e 63 Cygni. Stelle così gialle da mantenere questo primato non solo nelle loro costellazioni, ma anche tra quelle dell’intero cielo stellato!
La cosa più bella è che le prime quattro, al telescopio, sono accompagnate da un debole astro azzurro con cui formano una luminosa coppia di stelle colorate!
In modo particolare, a pochi primi da 31 Cygni, c’è una terza stellina che proprio a causa della sua bassa magnitudine, a confronto delle compagna azzurra, appare di una sfumatura tendente addirittura al blu, formando così un bellissimo tripletto di stelle colorate, dalle sfumature gialla, azzurra e blu, visibile già con piccoli telescopi!
Nei pressi di Deneb è presente anche la debole coppia Omega1 ed Omega2 con sfumature azzurrina e ranciata rispettivamente, che assieme a tutte le altre coppie qui elencate e a molte altre più deboli non riportate nella mappa, brillano già da tempo tra i rami dell’Albero delle Stelle e fanno del Cigno una delle costellazioni più colorate della volta celeste!
Queste luminosissime coppie colorate, potrebbero essere paragonate senza problemi ad Albireo, la bellissima doppia che disegna il becco del Cigno: quali parole spendere per questa magnifica doppia, dai dolori intensi e luminosi, ed avvolta in un tappeto di stelline!!
Per meglio apprezzare le sue sfumature nell’immagine ho aggiunto anche la doppia 61 Cygni, una stella non visibile ad occhio nudo ed in cui le due componenti mostrano al telescopio sfumature ranciate che in visuale appaiono quasi uguali.
Tra questi giganti colorati del cielo ho aggiunto inoltre T Lyrae, vicinissima a Vega, e V Cygni nei pressi di Deneb: due variabili al carbonio visibili solo al telescopio, ma qui inserite per meglio apprezzare le loro sfumature e quelle di tutte le altre stelle delle costellazioni. Sono infatti annoverate tra le stelle più rosse del cielo stellato!
Le due, assieme ad una piccola manciata di deboli astri scarlatti sembrano picchiettare di ROSSO questa zona di cielo come in nessuna altra parte della volta celeste, tanto che lo stesso Birmingham, nel suo Catalogo sulle stelle rosse del 1890, parlava di una Red Region del Cigno:
“Come suggerimento per gli osservatori, vorrei sottolineare che uno spazio dei cieli che include la Via Lattea, tra Aquila, Lira e Cigno, sembra così particolarmente favorito dalle stelle rosse e arancioni, che potrebbe non essere chiamato a torto “la Regione Rossa” o “la Regione Rossa del Cigno” e, sebbene le probabilità di trovare una stella di qualunque evidente colore debbano, naturalmente, essere maggiori tra le innumerevoli moltitudini della Via Lattea che altrove, tuttavia le sue altre porzioni visibili a questa latitudine non mostrano una tale speciale ricchezza di stelle colorate. Questo è stato notato anche da Mr. Webb.”
James Birmingham, The Red Stars: Observations and Catalogue
Ecco allora in un unico collage le sei stelle più rosse della Red Region del Cigno, riprese col metodo suggerito da Filippo Zamboni, scuotendo cioè la stella nel campo dell’oculare. Sono quasi tutte accompagnate da stelle azzurre o bianche con cui è ancora più bello confrontare le loro sfumature.
Infine, l’ultimo puntino debole debole visibile nel collage finale, è Chi Cygni, una stella caratterizzata da un fortissimo salto di luminosità che la porta a sparire e ad apparire dal cielo già ad occhio nudo nel corso del suo ciclo di variabilità. Tra pochi mesi diventerà visibile ad occhio nudo ed allora un nuovo scatto consentirà di confrontare il suo colore rispettivamente nella fase di minimo e di massimo!
Cieli colorati!!
Immagini scattate a stelle messe FUORI FUOCO
con uno smartphone all’oculare di un dobson da 18″
e a 285 ingrandimenti.
Qui la pagina dedicata alle Costellazioni a colori.