🌙 Questa semplice immagine della Luna che tramonta su Liternum, colonia romana del II secolo a.C. posta sulle sponde del Lago Patria a Giugliano in Campania, si rivela un bel modo per rievocare quel testo di Cicerone a tema astronomico intitolato Sogno di Scipione.

Tito Livio, Seneca ed altre fonti riportano che tra le mura di quest’antica citta, con anfiteatro, Capitolium e basilica, trascorse gli ultimi anni della sua vita Publio Cornelio Scipione, console, proconsole, ambasciatore e generale romano, noto soprattutto per la sua vittoria su Annibale nelle battaglie africane, da cui il nome di Scipione l’Africano.
Secondo le stesse fonti al centro del foro della città era custodita anche la tomba del celebre generale e nella piazza e nel portico c’erano addirittura dipinte le sue gesta. Una personalità così rilevante che secondo Valerio Massimo il nome Lago Patria deriverebbe proprio dalla locuzione che Scipione avrebbe voluto sul suo epitaffio, “Ingrata Patria ne ossa quidem mea habes”, in riferimento a quella Roma da cui si sentì tradito.
Oggi resta ben poco della villa fortificata di Scipione descritta da Seneca e delle tracce legate alla sua figura. Non si ha certezza neppure che la sua tomba fosse veramente qui, e non a Roma, assieme a quella dedicata alla sua famiglia.
Ma questa falce di Luna ripresa accanto all’unica colonna di tufo grigio che ancora si erge sul sito archeologico, ci suggerisce che ci sono ancora tante cose che queste pietre possono raccontare.

Scipione l’Africano infatti è il protagonista di un brano a tema astronomico conosciuto col titolo di Sommium Scipionis, il “Sogno di Scipione”, che conclude il De re publica di Cicerone. Dialogo di carattere filosofico-politico in cui l’autore, proprio attraverso la voce di Scipione, ci offre indirettamente una sintesi del sistema cosmologico-platonico immaginato all’epoca.
Cicerone immagina che Scipione Emiliano, nipote dell’Africano, veda suo nonno attraverso un sogno o una visione e riceva da lui importanti rivelazioni sul cosmo che lo circonda, sull’eternità dell’anima e sulle gesta degli uomini politici che si dedicano al bene comune e a quello della patria:
Eccoti sotto gli occhi tutto l’universo
Racconta l’Africano che il cosmo consisterebbe in nove sfere concentriche che ruotano attorno alla Terra posta immobile al centro: la seconda è quella della Luna, l’astro più piccolo e vicino e che brilla di luce riflessa, seguita da quelle di Mercurio, di Venere, del Sole e da quella degli altri pianeti. Tutte, infine, sarebbero racchiuse dalla sfera delle stelle fisse, che conterrebbe molti più astri di quelli che vediamo.
Movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio
per cui le orbite dei pianeti genererebbero quell’immensa Musica Celestiale che avvolgerebbe tutto l’universo e a cui però le orecchie degli uomini sarebbero oramai diventate sorde, perché assuefatte.
Al di sopra della Luna tutto è eterno”
al di sotto invece
tutto è caduto e mortale, eccetto le anime, assegnate per dono dagli dèi al genere umano
La vita continua anche dopo la morte perché le anime sono eterne come le stelle e le costellazioni da cui provengono. “La vita vera” perciò, “è quella dopo la morte”; tuttavia gli uomini la raggiungono sola dopo aver assolto l’impegno di custodire la Terra, la stessa che rispetto al resto del cosmo appare così piccola da far capire quanto sia
angusto lo spazio in cui gli uomini sperano di espandere la propria gloria.
Una vita fatta di giustizia e rispetto conduce alla via del cielo
alla morte infatti l’anima liberata dal corpo può finalmente raggiungere le stelle e ritrovarsi in quella
fascia risplendente tra le fiamme dal candore abbagliante denominata Via Lattea
Lì è assicurato un posto soprattutto per coloro che si sono adoperati per il bene della patria
Per cui,
non smettere mai di fissare lo sguardo verso l’alto.
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